Addio, Sonia.

Per la missione che ho minuziosamente messo a punto, mi è ben chiara la necessaria potenza di fuoco e sono tre i super Robot che ho orgogliosamente costruito:

  • Asterius
    Dalle forti ispirazioni nagaiane (Mazinga Z su tutti). Pur avendo gli strumenti per vincere qualsiasi scontro sin dalle prime battute, tende a subire tutti i danni necessari per rivalersi sull’assicurazione senza doversi preoccupare troppo del CID. Una volta raggiunto il colpo di frusta definitivo (per cui realizza di aver portato la metaforica pagnotta a casa), chiude immediatamente la battaglia grazie all’utilizzo dei super raggi. Il nemico schiatta quindi con l’indelebile onta di chi ha avvicinato il proprio avversario all’estinzione del mutuo.
  • Zion B Ver.a2 (Sniper)
    Il pilota (che preferisce rimanere anonimo) è connesso all’impianto neurale mediante un plug anale e, dopo un lungo ed estenuante allenamento, riesce a far compiere alla macchina qualsiasi azione tramite impercettibili (ma controllatissime) contrazioni dello sfintere. Sarebbe in grado di operare un kaiju a cuore aperto mantenendo un tasso di successo elevatissimo pur utilizzando delle presine da forno. Invece l’opposto: li secca con assoluta precisione da distanze siderali usando un letale megafucile da cecchino.
    Da tenere bene a mente: le mani del pilota sono sempre libere, un chiaro punto di forza di tale sistema di controllo.
  • CARABINIERI
    Armato di solo taccuino per multe e pistola d’ordinanza, non bisogna affatto sottovalutare il mecha CARABINIERI che si rivela, qualche malpensante direbbe sorprendentemente, quello moralmente più integro nonché incline al dialogo.
    Diversi sono i mostroni spaziali che, alla richiesta di patente e libretto, hanno dismesso la stereotipica parte dell’abominio che grugnisce per prodigarsi nei più sentiti “IAMME MARESCIA’ FACITAMILL STU FAVOR ME’ CA TENG I CRIATUR”.
    I piloti sono tre e si alternano in base ai turni di lavoro. In ordine di anzianità:
    Capitano Morisi, ignavo e prossimo alla pensione
    Maresciallo Roccaforte, drogata di eccitanti e dal piglio tendenzialmente nazista. Ottima cuoca.
    Allievo Brigadiere Morisi Roccaforte, figlio dei due sopra citati. Un bravo ragazzo, un po’ lento.

I tre robot e cinque piloti, pur nelle loro inconciliabili diversità, sono uniti da uno scopo comune: ammazzare nella più cruda e perversa fra le modalità possibili, la sorgente di tutto l’orrore che dilaga nel mondo: la regina Sonia, quella troia.

Il telefono squilla; dall’altro capo del ricevitore zio Matteo mi chiede di passargli mia madre che beatamente riposa davanti alla solita TV spazzatura. Io la sveglio provocandole il solito microtrauma che, affastellandosi su quelli precedenti, sarà concausa del mio prematuro stato di orfano e le dico di avvicinarsi alla cornetta.

Lei è sconvolta per tutta la durata della breve chiamata.
Appena finisce mi fa:
“Pietro, te la faccio breve perché sei un bambino grande e devo scappare per parlare con gli altri parenti… poi in fondo in fondo so che per te non sarà un grosso trauma: Sonia è morta.”

Poi si incupisce: “Dove andremo a finire, Signore mio…”

Si acconcia in tempo record ed esce in fretta e furia. Le ultime parole prima di lasciare l’appartamento sono: ”Beh, io vado, non chiudo la porta a chiave, fai attenzione! Per favore registra il resto della puntata, non voglio perdermela.”.

L’istante immediatamente successivo ho le pupille fisse sul tavolo e squadro le mie creature. I muscoli del viso rigidi, parlo a fatica, sottovoce, tremando.
”Ragazzi… non pensavo facessimo così sul serio…” ma i tre robot continuano le loro attività mondane facendo orecchie da mercante.

Asterius dialoga sapientemente con CARABINIERI allo scopo di trovare nuovi modi per eludere la legge.

Zion B Ver.a2 è preso dalla cucitura di un piccolo abito sartoriale.

(forse continua)