Cingolati

Due presuntuose Harley-Davidson convergono le attenzioni dei bagnanti di una scogliosa spiaggia pugliese.
Eccone i proprietari: due biondi, alti, obesi eppur muscolosissimi statunitensi dal passato genetico chiaramente nordeuropeo emergono dalle acque.
Per raggiungere gli ombrelloni evitano la comoda scaletta naturale preferendo arrampicarsi sulla ripida parete rocciosa del faraglione. Lo fanno adoperando una sola mano, l’altra regge una busta ricolma di ricci di mare, appena raschiati dagli abissi salentini.

Maverick e Fat Bob pesano 140 chili l’uno e i tendini che muovono i loro arti superiori sono costituiti da un’invincibile lega di pollo fritto e ignoranza. Un’immersione in apnea di due ore e mezza non è servita a lavare via il tanfo che li accompagna dall’assolata West Coast.

Eppure questo non basta a frenare la mia sensibilità verso una delle tematiche ecologiche a me più care.
Mi alzo di scatto per incamminarmi a passo svelto verso di loro con l’aria di chi non cerca altro che una scusa per arrivare alle mani, una giustificazione da utilizzare davanti al giudice.

Picchietto il mio indice destro sulla tetta sinistra di Fat Bob:
“EHI COGLIONE! Non lo sai che c’è il fermo biologico? I ricci si possono pescare solo nei mesi con la R! E sai che mese è questo, BRUTTA TESTA DI CAZZO? APR

L’ultimo mio pensiero prima del coma irreversibile è rivolto a Tarkus.
Nel 1971 gli Emerson, Lake & Palmer pubblicano un album che ruota attorno alle vicende di un mostruoso, enorme, armadillo cingolato.

Come avranno mai potuto pensare che fosse una buona idea?!

Poveri pazzi.